Uno strepitoso "Voltapagine"

David Leavitt, Il voltapagine, Mondadori.
«Tu sei giovane. Forse dovrai arrivare alla mia età per riconoscere una bugia» afferma Pamela, rivolgendosi al figlio Paul, diciottenne protagonista de Il voltapagine di David Leavitt. 
Va subito detto che quello dell’autore di Ballo di famiglia è un romanzo strepitoso, nel quale si narra delle ambizioni di un giovane studente di pianoforte che si innamora di un famoso pianista, con il quale ha il suo primo rapporto sessuale e una storia... di una settimana. 
La relazione non dura di più, perché il famoso pianista non crede nella sincerità del sentimento di Paul, scambiandolo, invece, per un goffo tentativo del giovane di approfittarsi della sua fama per entrare dalla porta principale nel mondo della musica. 
Ecco, allora, che il quarantenne pianista lascia il giovane, per tornare dall'uomo con cui ha una storia da venticinque anni e che gli fa «anche» da agente...
Il loro, ormai, è un rapporto dove il sesso non ha più una grossa importanza, ma non per questo è meno intenso o complicato. Al fondo della loro storia c'è l'amore, un amore che non rifugge dal far ricorso alla finzione di un rapporto incestuoso per accendere la passione o anche solo giustificarsi come tale ai loro occhi. 
Si è definito Il voltapagine di Leavitt un romanzo strepitoso: esso lo è per una serie di ragioni, tra le quali, ad esempio, il fatto di narrare (assai bene) lo sviluppo della vicenda da più punti di vista (quelli dei personaggi principali); per il fatto che Paul comprende di non avere - come invece aveva sperato - il talento necessario per diventare un concertista (ma non riconosce, invece, la bugia che gli svelerà la madre nel finale del romanzo); per essere, detto finale, per nulla consolatorio, ma, anzi, piuttosto amaro; e - ultimo ma non ultimo - per avere il coraggio di narrare senza reticenze o condanne più o meno velate delle storie d'amore (o solo delle intense passioni) tra uomini di età molto distanti tra loro.

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