Una guerra di giovani
«Ragazzi, noi tre assieme si fa sessant’anni più o meno. Sessant’anni per morire sono pochi anche per un uomo solo. Per tre sono veramente una cazzata…». Così parla il partigiano Fausto (il bravo Giorgio Noè ) prima di farsi saltare in area assieme ai due nazisti che lo hanno catturato, facendo esplodere le 4 bombe che tiene nella tasca; le 4 bombe che danno il titolo al nuovo bellissimo lavoro di Ugo Chiti (anche regista dello spettacolo presentato al Teatro di Colognola, all’interno della rassegna Altri percorsi del Teatro Donizetti). E, forse, una delle battute-chiave di tutto il testo è proprio quella pronunciata da Fausto prima di morire: la guerra, qualsiasi guerra, è una cosa orrenda, ma ciò che la rende ancora più orrenda è il fatto che a spararsi da una parte e dall’altra ci siano dei giovani, coloro che dovrebbero avere altri pensieri per la testa, primo fra tutti l’amore. Non è un caso, allora, che l’unico nazista di cui si mostri il volto alla platea sia quello...





