Andato in scena nel 1899 al Teatro d’Arte di Mosca, Zio Vanja di Anton Čechov porta in palcoscenico la depressione: tutti (o quasi) i personaggi della pièce , infatti, sono dei depressi (chi più chi meno) e ciò per i motivi più diversi, anche se le due cause di depressione più frequenti sono le delusioni d’amore (nessuno dei personaggi vive un amore ricambiato) e la consapevolezza di aver sprecato la propria giovinezza con una vita insulsa, fatta di pigra rinuncia alle proprie ambizioni. Ad inizio di spettacolo uno dei protagonisti, il medico Astrov, dichiara «La vita è di per sé noiosa, stupida, sporca… Soffoca, una vita così» e intende dire che le sue aspirazioni a una vita migliore, a un mondo migliore (egli è un precursore dei moderni ambientalisti e vegetariani, forse, ma nel testo non è detto, influenzato dalla filosofia di Tolstoj), sono state inquinate e ridotte quasi a barzelletta dal contesto sociale, fatto di uomini grezzi e ignoranti, per nulla dediti ...