Amore vs Potere | Destino vs Autodeterminazione | Edoardo II


Edoardo II o Il mondo intero per nemico di/da Christopher Marlowe per la bella ed essenziale regia di Andrea Piazza è un ottimo spettacolo che offre più di uno spunto di riflessione.


Innanzitutto va elogiato per la riduzione drammaturgica da quattro atti a atto unico firmata da Ciro Ciancio che ha concentrato l’azione e ridotto i personaggi.

Ne è risultato un testo che ruota attorno alle figure di Edoardo; del suo amato Gaveston; di Isabella (moglie di Edoardo) e di Mortimer, in rappresentanza della corte edoardiana.


Il sottotitolo scelto per la messinscena, ossia Il mondo intero per nemico, mette in risalto il fatto che al centro dell’azione c’è il contrasto che l’amore tra Edoardo e Gaveston genera tra i potenti delle corte inglese.

Un contrasto acuito dal fatto che Gaveston, ragazzo di umili origini, è insignito dal re di titoli e onorificenze che - in base alle usanze dell’epoca - non gli spettano.

Ma la lotta tra Amore e Potere non è solo esterna alla coppia: essa è presente anche nell’animo di Edoardo stesso che, infatti, decide di rinunciare a Gaveston (seppur momentaneamente), pur di salvare la corona.


Lo scontro tra Amore e Potere non è l’unico messo in scena dal regista: c’è anche quello tra Destino e Autodeterminazione.

Destino che vuole che la Tragedia vada a compimento e Autodeterminazione dei personaggi che spererebbero in un finale differente.

Tale scontro si manifesta visivamente grazie al fatto che al pubblico viene mostrata costantemente una doppia azione: quella in abiti contemporanei che si svolge sul palcoscenico (e parte della platea) e quella in costume che viene proiettata sul fondale.

Per buona parte dello spettacolo le due azioni avanzano in modo sincrono.

A un certo punto, però, Edoardo tenta di fermare quella che viene proiettata (e che lo vuole vittima di un orrendo delitto), staccando il cavo-video che, a inizio spettacolo, lui stesso aveva unito.

La sua azione, però, non ottiene l’effetto sperato…


Infine, un altro spunto di riflessione nasce dal fatto che a interpretare Mortimer è stata chiamata un’attrice: la brava Giulia Amato.

Il Potere che contrasta l’Amore omosessuale è incarnato da una donna, in quanto simbolo di una femminilità repressa da parte di chi reprime?

Ovvero, chi reprime lo fa perché reprime il proprio lato femminile (che, qui, starebbe in vece del lato omosessuale insito in ognuno)? 

Domanda che “esplode” al bacio saffico (che saffico non è) tra Isabella e lo stesso Mortimer (che, per l’occasione, mostra una folta e femminile chioma rossa)…


Piace chiudere questa nota elogiando i quattro interpreti: la già citata Giulia Amato (Mortimer); Fabrizio Calfapietra (Gaveston); Maria Canal (Isabella); ed Emanuele Righi (Edoardo II).

A loro il pubblico presente al Teatro Out Off di Milano ha tributato un lungo e caloroso applauso.

Meritatissimo.

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