Accabadora di Michela Murgia è un capolavoro assoluto. E questo anche grazie al fatto che la Murgia è una narratrice potente. Infatti, nella scrittura della Murgia acquistano una forza inedita pure quelle affermazioni che, avulse dal contesto narrativo, potrebbero sembrare frasi fatte. Ma è una narratrice potente soprattutto per le storie forti che racconta. E quella dell’accabadora di un paesino sardo della seconda metà del Novecento è una storia doppiamente forte, perché narra sia della pratica di “figli dell’anima” (ossia delle adozioni generate «dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra»); e sia della pratica dell’eutanasia. Un romanzo che si vorrebbe definire corale, se non fosse che una protagonista c’è: quella Maria “figlia dell’anima” dell’accabadora (ossia di colei che pratica l’eutanasia); unica nel paese a ignorare la verità sulla madre adottiva. Un romanzo, quello della Murgia, che, pur essendo vicino alla coralità per i tanti personaggi con diritto di par
Hermann Hesse Sono tanti gli scrittori che, anche in passato, si sono fatti fotografare completamente nudi . Ciò potrebbe sorprendere, specie se si pensa che molti degli scrittori di cui si parla erano assai famosi quando decisero di mettersi in posa senza veli. Ovvero, le loro fotografie nature non erano mosse pubblicitarie atte a renderli celebri (magari con uno scandaletto montato ad arte), ma erano scatti a persone celebri che accettavano (o chiedevano) di essere immortalate nude. Gabriele D'Annunzio Non è, ovviamente, possibile indagare le motivazioni che portarono ognuno di tali scrittori a scegliere di posare nudo. Vale la pena, però, riflettere che, probabilmente, nessun altro artista come uno scrittore (e con il termine si intende indicare anche il poeta) è abituato a mostrare se stesso al proprio pubblico di lettori . Abituato, se grande scrittore, a mettere a nudo la propria anima . Abituato, se sincero, a dare corpo alle emozioni . Abituato
Sherlock Holmes. Gioco di ombre firmato da Guy Ritchie con Robert Downey Jr. (nel panni di Holmes) e Jude Law (in quelli di Watson) dà seguito alla prima avventura portata sullo schermo dal regista e dai due attori. Il pericolo di cadere nella stanca ripetizione era in agguato, ma il nuovo film è, non solo sicuramente degno del primo, ma, forse, addirittura superiore. Il fatto è che, ormai, gli spettatori conoscono la rilettura dei personaggi voluta dal regista e questi ha potuto farne un approfondimento, non mancando di aggiungere un personaggio in più che ha dato un tocco di novità e piacevole sorpresa alla trama: “l’altro Holmes”, ovvero, il fratello maggiore di Sherlock, impersonato dal grande Stephen Dry , indimenticabile protagonista del film Wilde . L’avventura in cui sono coinvolti Holmes e Watson è resa sullo schermo in modo assai dinamico: i due ricordano (con richiami visivamente espliciti) i protagonisti di Mission Impossible e di James Bond (specie nella se
Commenti
Posta un commento